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Clinto e Clinton

Anche se il nome corrisponde a quello di un presidente americano, conosciuto per le sue trasgressioni, vite e vino Clinton si collegano più verosimilmente a quello della omonima località americana che si trova in Iowa.                                                                            Il Clinton è un tipo di vite spontanea, quello che si definisce un “ibrido naturale”, refrattaria ad alcune malattie della vite, e che necessita quindi di minori trattamenti. Le prime barbatelle di Clinton arrivarono in Europa dall‘America, nella seconda metà dell’800.          In Italia, come soluzione ai problemi dei vitigni, prima con l’oidio e la peronospora (funghi patogeni) e poi con la fillossera (parassita), la vite di Clinton si è diffusa piuttosto velocemente. Anche per questo nel 1931, ne fu vietata sia la coltivazione che la commercializzazione.                                         

Normative

La Legge n. 376 del 1931 vietò sia la coltivazione che la commercializzazione dell’uva prodotta dai vitigni ibridi come Clinton, Bacò e Isabella (Fragola). Il 12 febbraio del 1965, l’art. 22 del D.P.R. n. 162 indicò la vitis vinifera come unica pianta dalla quale si può ricavare vino. La commercializzazione come “vino” è di fatto vietata in tutta la Comunità Europea (Regolamento CE n. 1493/1999) come misura di protezione commerciale nei vini autoctoni. .

Coltivazioni 

Anche se sul piano ampelografico i vitigni e l’uva di Clinton e Clinto differiscono per alcune caratteristiche, il vino che se ne ricava, è genericamente chiamato Clinto (o Crinto). Per effetto delle normative e relative proibizioni, il vino Clinto è quasi sparito dalle nostre tavole. Tuttavia qualche vitigno, coltivato con cura da pochi nostalgici produttori, per produrre il proprio vino per autoconsumo si trova soprattutto in Veneto, in provincia di Padova, Verona, Vicenza (a Villaverla si svolge perfino una festa) e nella Marca trevigiana.  Il Quartier del Piave, teatro della guerra del 15-18, e in particolare Sernaglia, Fontigo, Moriago, Mosnigo e Vidor, costituisce ancor oggi un “presidio” di fatto, di alcune produzioni di Clinto sopravvissute ai divieti e all’evoluzione delle colture. Proprio a Vidor, nei registri aziendali dell’Abbazia di Santa Bona, si trovano numerose tracce documentarie della sua storia e diffusione.     

Caratteristiche

Come riconoscerlo? Il suo gusto è inconfondibile, intenso, aspro, con un profumo forte e avvolgente di ribes, fragola, more e gelsomino. Il suo colore rosso scuro, quasi nero; lascia tracce sui bicchieri, sulle bottiglie e macchia tutto quello che tocca. È sgarbato, tanto potente da resistere all’aggiunta di acqua, in estate, mantenendo quasi inalterati gusto e colore. Da ragazzo, tornando dai bagni sul Piave, mi ricordo quelle magnifiche scodelle di Clinto fresco e gazzosa, in una vecchia osteria vicino al fiume, servite da una signora con grandi occhi chiari e modi un po’ ruvidi; proprio come il vino.

Graziano Lazzarotto

Uva clinton
Uva clinton